Ha maggior valore di bellezza la pittura in studio che quella dal vero.
La prima può essere eseguita seguendo esclusivamente esigenze pittoriche;
la seconda invece deve partire da fenomeni che non sono disposti secondo un ordine pittorico e non può non risentirne anche quando venga compiuto ogni sforzo di selezione, sintesi, espressione in senso pittorico.
La pittura dal vero non è copia e nemmeno studio di toni anche se questi hanno una importanza innegabile.
Il contenuto della pittura in studio deve essere vivo e umano inconfondibilmente, ma non espresso mediante una stretta adesione al vero,
bensì attraverso il continuo lavorio della fantasia per creare ritmi, luci, ma soprattutto colori, tutte entità schiettamente pittoriche.
Occorre porsi in uno stato di esaltazione entusiastica e furiosa della fantasia tutta tesa a creare ed esprimere il solo colore.
Questo significa voler scartare una enorme quantità di particolari e dipingere velocemente, senza guardar le pennellate, cercando solamente violenza, modulazioni, contrasti e varietà distinte, potenza di ombre.
Non è necessario pensare a nessuna tecnica in particolare ma piuttosto avere chiarissima in mente l’immagine di quel che si vuole esprimere.